Sistema Hiranyaskha - Wood Ring - Centro di Comando Operativo DaVinci
---Leander era appena sbarcato sulla nuova stazione di collocamento.
<<Comandante Arivoth, bevenuto a Wood Ring.>>
<<Grazie Rebin. Svolge come sempre un ottimo lavoro, soprattutto per quanto concerne la logistica.>>Il viso del sottoufficiale DaVinci si illuminò.
<<La ringrazio.>> rispose con un moto di orgoglio che riuscì a dissimulare solo in parte.
<<Per cortesia, si assicuri che il signor O'drell (NdAhttp://www.davincicorp.it/forum/viewtopic.php?f=52&t=2385) venga scortato in cella e che ci rimanga. Sicurezza livello 2, non va mai perso di vista.>> disse Leander indicando con la coda dell'occhio l'uomo in manette che fuoriusciva accompagnato da due soldati in assetto tattico dalla sua Corvette, la DVC Lioness.
<<Passerò a trovarlo più tardi.>><<Agli ordini comandante. Nel frattempo mi sono preso la libertà di ordinare il riarmo e revisione completa per la sua nave e di predisporre tutto per il suo insediamento al nostro centro operativo.>>
<<Molto gentile. Mi affretto allora, immagino che ci sarà una pila di documenti che dovrò leggere entro sera.>><<Sì.. su per giù..>>
<<Allora sarà meglio che legga molto velocemente.>> Leander si congedò dal sottoufficiale e si recò nei suoi nuovi alloggi.
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Circa mezz'ora dopo, dodici strette di mano e otto nuove persone conosciute, Leander chiuse finalmente la porta del suo nuovo ufficio.
In un angolo erano poggiati i suoi bagagli, lo stretto indispensabile con cui era abituato a viaggiare.
Si lasciò sprofondare nella poltrona di pelle che torreggiava imponente dietro la sua nuova scrivania e nel mentre osservava la stanza. Un'enorme libreria alla sue spalle, piena di volumi; l'angolo con un paio di poltroncine ed un mobiletto bar, per conversare ed intrattenere ospiti di un certo livello. La massiccia scrivania in legno con la targa con il suo nome in bella vista, un holo-comunicatore da tavolo, il portatile di massima sicurezza e.. tre pile di documenti.
<<Figlio di..>> si lasciò sfuggire a denti stretti.
Estrasse un piccolo oggetto dalla tasca del suo cappotto. Lo accese e lo puntò lungo tutto il perimetro della nuova stanza.
<<Bene, non sembra ci siano cimici.>> disse tra sè e sè. Meglio essere paranoici su certe cose, D.V.S.E.O. docet.
<<Bell'ufficio, eppure un paio di modifiche le farei.>> stava pensando quando all'improvviso tutto intorno a lui tremò per qualche secondo.
Un paio di volumi caddero a terra dalla libreria alle sue spalle con un pesante tonfo.
Nemmeno il tempo di capire di cosa si fosse trattato che una seconda scossa, più potente della prima, pervase la stanza.
La spia rossa di massima allerta incavata all'interno della scrivania cominciò a pulsare.
Il rumore d'allarme pervase l'intero centro operativo.
All'holo-comunicatore apparve la sagoma di Rebin, profondamente scosso: <<Comandante, siamo sotto attacco! Dalla torre di controllo segnalano svariate navi di differente classe che ci cannoneggiano!>>
<<Ordini immediatamente lo stato di allarme generale. Inviare segnale di allarme al nostro ammiragliato e alla D.V.S.E.O.. Attivare procedure di contenimento di emergenza. Faccia decollare l'Emergency Response Team con effetto immediato. E.. si calmi Rebin.>><<Agli ordini!>> fu la risposta del sottoufficiale.
Un pensiero andò ai compagni @
Feudaltuna e @
Welser:
<<Per l'amor di Dio, Ammiraglio @Sawyer, cosa sta combinando..>>I pensieri di Leander furono interrotti dal bussare incessante alla porta.
<<Comandante Arivoth, apra! Operativi Thomson e Rainer, siamo la sua scorta personale.>>
Leander estrasse la sua fida Beretta, la puntò verso l'ingresso e premette il pulsante di rilascio delle porte d'ingresso.
Istantaneamente e senza curarsi della pistola puntata verso di loro ad altezza uomo, i due soldati si posizionarono ai lati del portone, di tanto in tanto mettendo fuori la testa il poco che serviva per scrutare il corridoio esterno.
Leander abbassò l'arma.
Premette il pulsante del comunicatore:
<<Rebin, mi aggiorni sulla situazione.>><<Signore la battaglia là fuori imperversa, si parla di più di 34 navi pesantemente armate. I nostri sono decollati ma ci vengono segnalate perdite in volo e negli hangar. Un paio di navi da sbarco nemiche sono riuscite a forzare le nostre difese e attraccare. Ci hanno appena segnalato l'irruzione di alcuni uomini in assetto da guerra anche nel centro e..>>
Raffiche di mitra, urla e un tonfo.
La comunicazione si interruppe.
<<Rebin! Rebin!>>Leander non ottenne risposta.
<<Va bene ragazzi, grazie per avermi raggiunto. Adesso andiamo a vedere come se la cavano, seguitemi e ..>>I due soldati si guardarono.
<<Niente da fare comandante. Abbiamo l'ordine di tenerla al sicuro, non possiamo permetterle di muoversi di qua.>>
Leander non ebbe il tempo di replicare; videro un gruppo di una decina di assalitori sopraggiungere dal fondo del corridoio e dirigersi verso la loro stanza.
Fortunatamente un drappello di guardie DaVinci sbucò da un corridoio laterale andando ad intercettare gli invasori ed ingaggiando un combattimento che diede il tempo a Thomson e Rainer di chiudere la porta dall'interno, sprangandola.
Ancora una scossa, potente. Le navi a difesa di Wood Ring riuscivano a stento a tenere a bada gli invasori che, non appena si veniva a creare un varco, colpivano la stazione orbitale senza tregua.
<<Maledizione.. Luna!>> Leander provò a contattare la sua attendente, ma senza risultato. Nessun segnale.
Una raffica breve di mitra colpì il portone, sforacchiandola come un gruviera. Fortunatamente i proiettili non colpirono nessuno all'interno della stanza.
<<Rainer, vieni qui, dammi una mano a rovesciare questa scrivania. Venite entrambi a riparavi qui dietro.>> ordinò Leander.
Il soldato fece quanto ordinatogli.
Nel frattempo le raffiche di armi da fuoco provenienti dal corridoio e le scosse che attraversavano l'intero palazzo continuavano senza sosta.
La battaglia era al suo apice.
Poco dopo il rumore di spari cessò.
Una voce da fuori richiamò l'attenzione dei tre: <<Ce l'abbiamo fatta, potete uscire!>>
<<E' la voce di Tordor.>> disse Thomson.
I due soldati si avvicinarono al portone per verificare cosa stesse succedendo ed aprire al compagno.
All'improvviso un rumore di vetri infranti. Leander lo collegò all'enorme finestra posta alla fine del corridoio.
Poi un pesante tonfo.
<<Sparategli!>> era la voce di Tordor.
Varie raffiche e rumori metallici.
<<Ma che cazz..>>
Un attimo di silenzio.
<<Via di lì, via!..>>
Un potente boato seguito da una forte esplosione mandò il portone in mille pezzi scaraventando Leander a terra.
Aveva quasi perso i sensi.. si rialzò a fatica. Aveva la vista appannata ed era intontito.
Riuscì a mettere a fuoco qualcosa davanti a sè: devastazione completa; quel che rimaneva del portone in fiamme.
Poteva contare almeno una decina di corpi stesi a terra.. o quello che ne era rimasto.
<<Un fottuto lanciarazzi! Ha usato un fottutto lanciarazzi!>> pensò. Poteva scorgere un uomo, alto e robusto, che finiva con un mitra i pochi sopravvissuti all'esplosione, inermi.
Rideva.
Thomson e Rainer erano scomparsi, squagliati completamente dal razzo.
I resti di alcuni mobili della stanza avevano preso fuoco. Si era attivato l'allarme antincendio e gli sprinkler avevano cominciato a diffondere una fitta nebbiolina in tutta la stanza per evitare che il fuoco potesse diffondersi e divorare tutto.
Leander poteva giurare di aver visto il tizio di fronte a lui sollevare e spezzare il collo ad un povero soldato in preda al panico con la forza di un solo braccio.
Scaraventò il corpo del poveretto a terra. Si girò verso Leander e cominciò a camminare verso di lui.
<<Signor comandante dei miei stivali.. è arrivato il suo turno finalmente..>>L'accento era vagamente russo.
Leander raccolse istintivamente la pistola da terra. Era ancora un po' intontito.. la poggiò su quel che rimaneva della sua scrivania.. prese la mira e sparò.
Centrò l'individuo all'altezza della spalla sinistra ma con suo sommo stupore il proiettile, dopo un secco rumore metallico, rimbalzò.
<<Una corazza da battaglia di nuova concezione?>> suppose Leander.
<<Ahahahah! E' tutto qui quello che sapete fare? La prima potenza della galassia? Siete solo dei cazzoni, come tutti gli altri!>>L'individuo continuava ad avanzare ed era ormai giunto all'ingresso della stanza.
I battiti cardiaci di Leander continuavano ad aumentare; in quello stato, ancora intontito dall'esplosione, non aveva speranze contro un avversario invulnerabile..
All'improvviso sentì una grande tranquillità pervadere il suo corpo..
<<Dev'essere questo che si prova quando arriva la tua ora..>> pensò.
Poi la tranquillità lasciò il posto alla determinazione, la rabbia, la frenesia.. una forte sensazione di calore..
Trasalì: <
<Dev'essere il Pervitin.. @Asamith me ne aveva accennato durante l'addestramento D.V.S.E.O...>>.
Adesso era di nuovo lucido. Visione perfetta, ogni muscolo teso e scattante; un unico pensiero in testa: abbattere l'intruso.
Strinse forte la pistola; chiuse gli occhi, memorizzando l'ultima posizione in cui l'aveva visto; uscì dalla sua copertura facendo una capriola.
Si alzò in piedi e cominciò a vorticare su stesso, esplodendo una serie di colpi che si abbatterono precisi in alcuni punti vitali dell'uomo di fronte a lui: cuore, fronte, basso ventre.
Ai colpi corrisposero altrettanti rumori metallici; i proiettili non avevano neanche scalfito l'intruso che, ridendo di gusto e a grandi passi, ridusse la distanza che lo separava da Leander.
Adesso poteva vederlo bene, in tutta la sua imponenza: non indossava un'armatura.. era alto, una montagna di muscoli e.. aveva numerosi innesti cibernetici.
Una parte della gamba destra e l'intero braccio sinistro, spalla compresa, erano in metallo.
Lo sconosciuto l'afferrò per il polso destro, lo sollevò da terra con un movimento repentino, spezzandogli il polso e costringendolo a mollare l'arma.
Leander non sentì il dolore, probabilmente a causa del Pervitin.
In risposta gli tirò un forte pugno sulla guancia destra ma il tizio non fece una piega.. probabilmente anche torace e volto erano stati ricoperti da innesti in metallo sottocutanei.
Rise ancora:
<<Ahahah, come siete vecchi, sento la puzza di rancido.. ancora con i kata delle armi, una pistola.. siete solo accozzaglia antica senza valore.>>Scaraventò Leander contro il muro.
<<Io sono il futuro! Innesti cibernetici e metalli super-resistenti! Schiaccerò il tuo cranio come una noce di cocco!>>
Leander riuscì a mettersi a carponi, la botta era stata forte e la testa gli girava quasi come se non avesse assunto quella potente droga da combattimento.
Doveva pensare in fretta, l'uomo procedeva verso di lui e di lì a breve tutto sarebbe finito.
Con la coda dell'occhio vide il suo bagaglio, quasi completamente distrutto.. ma lì vicino, per terra, giaceva il fodero che custodiva la sua spada ancora intatta.
Sentì il freddo acciaio della mano meccanica del mercenario stringergli la gamba.
Con la forza della disperazione protrasse il suo unico braccio integro e afferrò la spada. La sfilò dal fodero e torcendo il suo bacino con la massima elasticità che la posizione gli consentiva
si giocò il tutto per tutto in un ultimo assalto. La spada roteò e andò a schiantarsi con forza tra il collo e la spalla meccanica dell'avversario.
La lama trapassò le carni, spezzando la clavicola sinistra del malcapitato aggressore e causandogli un forte dolore che gli fece perdere l'equilibrio per un attimo.
Mollò la presa sulla gamba di Leander che istintivamente si rialzò, cambiò presa e, tenendo la spada a martello, la infilzò con forza là dove aveva colpito poco prima.
Una botta del pesante pomolo sulla testa fece finalmente svenire l'avversario che smise di contorcersi dal dolore.
Leander lasciò cadere la sua fida spada a una mano e mezza. Il tonfo col pavimento fece sollevare l'acqua erogata dagli sprinkler che si era depositata per terra.
Ancora una volta quella spada, regalatagli dal padre e di cui lui si separava raramente, gli aveva salvato la vita.
Stremato, Leander si accasciò sulla poltrona mezza distrutta.
La sirena d'allarme si era zittita da tempo e le luci intermittenti delle base facevano da lugubre sottofondo al dramma in corso.
Leander sapeva che in quelle condizioni non sarebbe riuscito a tenere testa a nessuno, nemmeno l'ultima delle reclute.. non riusciva più a muovere un muscolo e dolori da tutto il suo corpo tornavano a farsi capolino, sempre più decisi, nella sua mente.
L'euforia del Pervitin stava ormai scomparendo e si portava dietro l'effetto "feedback" e lo stato di "down" di cui aveva sentito parlare più volte.
Rumore di passi.
Con sua somma sorpresa non furono dei mercenari nemici a varcare la soglia, bensì Luna, la sua attendente, insieme ad una squadra di soccorso che prontamente cominciò ad analizzare il suo stato di salute.
<<Comandante che sollievo è ancora vivo!>> esclamò Luna trattenendo le lacrime a stento.
<<La situazione qui alla base?>> si preoccupò di chiedere Leander.
<<Abbiamo subito ingenti perdite ma l'attacco è stato contenuto. Si è trattato di un assalto su larga scala, ben organizzato e impossibile da prevedere. L'ammiragliato e la D.V.S.E.O. sono stati allertati poco fa, a seguito della distruzione di un dispositivo di jamming nemico. I rinforzi non tarderanno ad arrivare.>><<Si assicuri che quell'individuo a terra sia portato in cella..se ne abbiamo ancora una in questo edificio. Massima sorveglianza, è un modificato.>><<Subito comandante.>> lo sguardo di Luna indugiò sullo stato di distruzione in cui versava la stanza.
Leander sembrò accorgersene:
<<Avevo pensato a dire il vero di fare qualche modifica al mobilio..>>L'attendente guardò Leander con gli occhi gonfi:
<<Avevo temuto il peggio, non riuscivo a contattarla in alcun modo..>><<Sto bene.. non ti libererai così facilmente di me.. e dimmi.. come sta la mia piccola?>> rispose Leander intontito.
<<Tu.. tutto bene comandante ma.. è lei quello che se l'è vista brutta, non si preoccupi per me..>>Leander sorrise, tanto che gli fece male tutto il costato:
<<Parlavo della Lioness, Luna..>>L'attendente arrossì:
<<Oh.. la nave.. è salva per miracolo, ha riportato il 98% di danni. Ci costerà un po' rimetterla in sesto ma abbiamo abbattuto 12 navi nemiche.. ho fatto il meglio che ho potuto.>>concluse Luna in tono dispiaciuto.
<<L'ho detto che è una forte.>><<Sì comandante, l'ha allestita proprio bene. Immagino solo se ci fosse stato lei al comando..>>Leander svenne per la stanchezza, senza la possibilità di chiarire a Luna che, questa volta, era di lei e non della nave che stava parlando.