20 Gennaio 3304
Sistema ▓▓▓▓▓▓▓▓▓▓
Pianeta ▓▓▓▓▓▓▓▓▓▓
Città ▓▓▓▓▓▓▓▓▓▓
Quarto livello cinta urbana
Per chi è abituato a vivere praticamente il 90% del suo tempo a bordo di un'astronave o - alla peggio - a bordo di una stazione spaziale, l'essere su un pianeta, camminare in mezzo ad altre persone, troppe, non è così scontato come ci si potrebbe immaginare.
Lo stesso vale per me: avevo lasciato la mia navicella in uno degli astro porti di terra più vicini. Avevo deciso di arrivare con il mio nuovo Python, giusto per darmi quel vezzo in più di fronte alle altre navi in arrivo e in partenza: sapevo che il mio BlackDog non avrebbe deluso le mie aspettative.
"Ambra, mantieni un canale di comunicazione sempre attivo e monitora la mia posizione in tempo reale. Per il resto... Beh, fai quello che vuoi".
[Affermativo comandante, lock eseguito... Signore... Non riesco a computare l'ultima parte dell'ordine]
"Non importa, anche se ti ho chiamato Ambra sempre una lattina di alluminio rimani, dopotutto..."
Avevo svestito i panni di un pilota da combattimento della DVC per l'occasione, così come avevo cercato di celare anche la mia seconda vita da [classified]. Così mi aggiravo per uno dei quartieri della città camuffato da civile: indossavo un lungo impermeabile high tech, recuperato di gran fretta e dei pantaloni multitasca che supponevo mi donassero un che di cittadino di terra. Anche se non ero del tutto sicuro.
La convocazione, inaspettata ma trattandosi di "lui" ormai era routine, era giunta poche ore prima, nel bel mezzo di una serie di riflessioni per un ordine, anch'esso inaspettato, giunto dall'ammiragliato della corporazione.
Entrare nel locale designato come "target" fu un'esplosione di rumori e di luci che mi infastidirono non poco. Fu poca cosa, alla fine, rispetto a battaglie spaziali del passato e del presente. E probabilmente del futuro: "Dove diavolo sarà lui". Parlavo tra me e me dopo aver superato, senza problemi, le scansioni di sicurezza all'ingresso: "No, ho solo voglia di divertirmi e non sono armato, stupido ammasso di...", avevo risposto al drone di sicurezza dell'entrata.
Gli occhi si adattavano all'ambiente; camminavo a passi lenti in mezzo a un turbinio di persone intente a bere, rilassarsi, ballare... Cose di cui avevo perso quasi la memoria, ormai.
Un'ombra aveva attirato la mia attenzione, così come mi era parso di scorgere, in lontananza, anche le figure di compagni di viaggio recenti. Di alcuni già mi fidavo, di altri, soprattutto quelli arrivati dopo di me (ed è tutto dire).... Beh, la fiducia va conquistata, ma se @Asamith si fida, non vedo perché non dovrei farlo io.
"Signore, lieto di rivederla...". O forse no...