[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

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Leander Arivoth
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » martedì 13 giugno 2017, 12:12

12 Giugno 3303, sera.
Sistema Wolf 1230 - Satcher Dock - New Atomic Bar
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<<Un altro giro di whiskey Velisiano, Electra.>> (NdA: ho scelto Velis come provenienza per caratterizzare il whiskey: è un sistema nelle vicinanze di Wolf1230 ed esporta effettivamente liquori in game)

<<Vacci piano Lean, quella è roba forte..>> rispose la più giovane cameriera del New Atomic, ammiccando verso gli altri sei bicchieri vuoti sul bancone vicino al pilota DVC.

<<Sette è il numero perfetto, Ele.>> Leander sfoderò il suo miglior sorriso e fece appello a tutta la sua compostezza per nascondere lo stato di euforia che l'alcol in corpo gli aveva profuso.. Electra era giovane,sì, ma per niente inesperta; lo guardò inarcando il sopracciglio sinistro, ferma a braccia conserte.

<<E poi per oggi ho finito di volare.>> continuò Leander sperando di smuoverla.

Quel sorriso doveva essere più convincente di quanto lui pensasse perchè il volto di Electra si addolcì. Prese la bottiglia e, mentre riempiva il bicchiere, si protrasse verso di lui appoggiandosi sul bancone e gli sussurrò all'orecchio: <<Questo è l'ultimo per stasera. Poi dritto a nanna, guardiamarina Arivoth.>>

Si avvertì un rumore di vetri in frantumi, seguìto da grasse risate.

Electra sospirò; riappoggiò la bottiglia sulla mensola a specchio e sparì dall'altra parte del locale per raccogliere i vetri e pulire il tavolo reso appiccicaticcio dalla disattenzione dell'ennesimo cliente mezzo ubriaco.

Leander arrossì.
Se per colpa dell'alcol in circolazione, del bisbiglìo sensuale di Electra.. o delle uniformi scollate dell'Atomic a nessuno è dato saperlo con certezza.
Guardò il bicchiere mezzo pieno e si sorprese a riflettere sulla vita.
Che era strana.
E che forse il bicchiere era mezzo vuoto.
O che alla fin fine poca importanza aveva che fosse pieno a metà o vuoto a metà, ma che il bicchiere fosse grande.
Oppure che..
Forse Electra aveva ragione, era il caso di andare a letto.
Electra.
Bella ragazza, ma con un passato tormentato.
Lo si poteva intuire dai suoi occhi: vivaci, sì, ma velati. Resi così da un passato che la ragazza era brava a celare ma, probabilmente, era difficile da dimenticare.

<<Mi ricorda proprio la mia sorellina.>> pensò, guardando ancora il bicchiere immobile sul bancone del bar.
Khartia, con la sua allegria e la sua spensieratezza.
Che cresceva a diventava una donna.
Che studiava per diventare avvocato.
Che si preoccupava per la situazione geopolitica di Eranin.
Quella stessa Khartia che veniva uccisa senza senso, da una guerra senza senso, ormai sette anni fa.

Guardò Electra, sorrise: <<L'ho sempre detto che sette è il numero perfetto.>> disse tra sè e sè.

Ricordò nei suoi pensieri più profondi la sorella mentre buttava giù l'ultimo bicchiere di whiskey Velisiano della serata.
Salutò.

<<E' ora di andare.>> pensò. <<La mia giornata è ancora lunga.>>
Ultima modifica di Leander Arivoth il martedì 5 settembre 2017, 12:34, modificato 3 volte in totale.
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Messaggioda Leander Arivoth » mercoledì 14 giugno 2017, 12:02

12 Giugno 3303, notte.
Spazio profondo, dintorni del sistema Holvandalla
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<<Amelia, ETA per Shalatula Ring?>> chiese Leander. (NdA: ETA = Estimated Time to Arrival)
<<Ore 23:16. Circa 3 minuti, comandante.>> rispose la voce calda e sicura della sua PAI.
Ci aveva pensato a lungo ma alla fine aveva scelto di personalizzare la sua intelligenza artificiale personale con le tracce vocali e la personalità di Amelia Earhart.
L'aveva sempre ammirata e la riteneva l'esploratrice più coraggiosa di tutti i tempi. Il fatto che l'impresa per cui era diventata famosa circa un millennio prima contemplasse un velivolo, o più velivoli per essere precisi, era sembrato a Leander un segno, la classica ciliegina sulla torta che aveva fatto pendere l'ago della bilancia su di lei.

Il boom di diffusione delle PAI era avvenuto circa 110 anni prima, quindi relativamente di recente. Il mercato a quei tempi era saturo di migliaia di intelligenze artificiali minuziosamente dettagliate: numerose varianti di voci maschili o femminili, accenti regionali perfino, età.
Dettagliate ma non personalizzabili; la vera rivoluzione nel settore delle AI si ebbe, appunto, con l'ideazione delle PAI: non più voci legate a singoli veicoli ma ad un individuo: cambiando mezzo la PAI segue il possessore, mantenendo coscienza e ricordi. Vari studi di settore avevano evidenziato come questo avesse degli indubbi vantaggi sia negli agi che nelle performances di guida dei piloti, soprattutto nei momenti di forte stress, poichè al cambio dei mezzi non subivano micro-traumi dovuti a diffenti feedback acustici e di personalità delle IA di bordo.
Il volume di riproduzione di "Enter the sandman" dei Metallica, un gruppo metal degli anni '80-2000, si abbassò leggermente; questa operazione faceva parte delle procedure standard di avvicinamento agli obiettivi memorizzate da Amelia.

<<LD per Shalatula Ring disponibile, comandante.>> La voce dell'AI risvegliò Leander dai suoi pensieri. (NdA: LD = Landing Distance)
<<Perfetto Amelia, aprimi la comunicazione con lo spazioporto.>> ordinò il comandante.
<<Comunicazione aperta.>>
Proseguì: <<Qui DN2766 Avalon, richiesta di attracco immediato inoltrata dal comandante Leander Arivoth.>>
Sul monitor secondario del Dolphin venne visualizzato il messaggio di notifica di scansione della nave in corso.
<<Non c'è fiducia da queste parti.>> pensò. <<Se sapessero perchè ho scelto di atterrare proprio da loro..>>
Due monoposto della System Defence locale si affiancarono all'Avalon, mentre la scansione approfondita da parte della base spaziale era in corso.
Leander mantenne la rotta e la velocità verso Shalatula costanti. Pochi secondi dopo arrivò il reponso:
<<Richiesta di attracco approvata. Procedere a LP 21. Buona permanenza, comandante Arivoth.>>
I Viper di scorta alla Avalon virarono per iprendere il loro giro di pattuglia intorno alla base.
<<Bene.>> pensò Leander. <<E' tempo di fare spese.>>

Mezz'ora dopo l'attracco era già al cantiere navale dello spazioporto.
Aveva visionato alcune navi insieme all'addetto-venditore e nessuna l'aveva convinto pienamente.
L'addetto stava sciorinando a memoria tutte le statistiche e gli optional disponibili sugli Eagle che stazionavano lì sostenendo, chissà poi per quale motivo, che gli esemplari costruiti su Shalatula fossero mediamente più prestanti delle stesse navi costruite nel resto della galassia.
Leander era distratto, non stava realmente ascoltando quell'accozzaglia di numeri e slogan pubblicitari; la sua attenzione era tutta per un Viper mk4 nuovo fiammante lì ormeggiato.
<<Quanto per quello?>> disse improvvisamente Leander indicando il Viper, interrompendo il fiume di parole dell'addetto. L'interlocutore per un attimo sembrò risentito dalla brutalità dell'intervento del cliente che aveva posto fine alla sua orazione, si può ben dire, dai connotati quasi poetici.
Si ricompose: <<Beh..uhm..mi lasci dire.. lì siamo su un altro livello.. il prezzo base del caccia pesante della Faulcon DeLacy è 437.930 crediti.>> disse guardando Leander con un'aria di dubbio misto a speranza.
Leander non ci pensò su un attimo: <<Perfetto, la prendo.>>
Quindi estrasse il suo datapad e ci scarabocchiò su un po'. Poi proseguì: <<Ci aggiunga questi optional e quelle armi per cortesia, mi risulta che siano tutti disponibili qui a Shalatula.>>
L'addetto verificò sullo schermo del suo datapad; sgranò gli occhi e rilesse mentalmente la lista e l'importo finale per due volte, per essere sicuro dei dati che aveva di fronte. Si schiarì la voce. Poi disse: <<Così ha..ehm.. decuplicato il valore della nave signor Arivoth.. complimenti per il suo acquisto! Naturalmente l'assegnazione dell'ID e la placca identificativa sono a carico nostro!>> Dopo essersi ricomposto, continuò: <<Che nome devo far incidere?>>
<<Paladin>> rispose Leander. <<Si chiamerà Paladin.>>
Un pensiero andò al padre, Oald Arivoth, maggiore della Eranin Space Force.
Leander non era mai stato particolarmente interessato alla guerra e quando da ragazzo il padre gli raccontava di manovre di combattimento ed armamenti, lui rispondeva che non era quella la carriera che voleva intraprendere, che non era quello il motivo per cui voleva frequentare l'accademia di volo. Oald lo prendeva in giro, punzonandolo sul fatto che quella militare fosse l'unica carriera che si addiceva ad un vero uomo. Ma Leander non era facile da zittire e controbatteva puntualmente: <<Mi interesserò a esplorazioni e commercio su larga scala. Così diventerò famoso ..e ricco.. Chi sarà l'uomo di successo tra noi due?>>.
Oald voleva solo il meglio per Leander e non lo spinse mai davvero ad arruolarsi. Non gliel'aveva mai detto ma stimava il figlio per la sua determinazione.
<<Presto vi vendicherò tutti, papà.>> Leander sorrise e posizionò il pollice destro sullo schermo del suo datapad per autorizzare il pagamento. Il commercio aveva reso bene, ora era il momento di concentrarsi su altri.. obiettivi.
Digitò il codice per download di Amelia sulla Paladin.
<<E' stata una serata produttiva.>> pensò.
Poi si incamminò verso il bar.
Gli era proprio venuta voglia di whiskey Velisiano.
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Messaggioda Leander Arivoth » mercoledì 30 agosto 2017, 15:57

30 Agosto 3303, sera.
Spazio profondo, dintorni del sistema Quince
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<<Aaaah, maledizione!>> Leander battè forte i pugni sulla plancia del suo Cobra MkIII, Dark Lady.
Era frustrato; da quando era approdato nel sistema Quince per affari si imbatteva almeno due volte al giorno in relitti di astronavi più o meno grandi, con lo scafo visibilmente squarciato da armi automatiche di grosso calibro. Quel giorno non faceva certamente eccezione e, subito dopo l'uscita dalla velocità iperluce, si era trovato a contemplare i resti di una grossa nave classe Anaconda aperta in più punti come un barattolo di pelati usato come bersaglio per testare una Colt Python.
<<Aggiunta entry "Quince41" al database "Relitti" effettuata. Scansione forme di vita in corso.>>
Dopo pochi secondi l'IA diede il suo glaciale responso: <<Nessuna occorrenza rilevata.>>
<<Per l'amor di Dio, Amelia, fa silenzio!>> Leander era furioso. Non sopportava l'idea di assistere all'ennesimo teatro di morte senza alcun senso e ancora di più alla freddezza con cui la sua IA effettuava il calcolo dei superstiti e comunicava il risultato finale, restituendo un conto tristemente fermo a zero da oltre venti giorni.
Non era uno sprovveduto, sapeva che lo spazio non era un luogo amichevole così come l'uomo, al contrario di una teoria filosofica tragicamente sopravvalutata, non era un animale sociale. Le armi sono necessarie per garantire la propria incolumità e per lottare per i propri ideali. Lui stesso aveva partecipato a delle battaglie per difendere la sua Corporazione, alcune delle quali gli erano valse un'encomio; non di meno si trovava a Quince per svolgere alcuni compiti per le fazioni locali, compiti spesso pericolosi e che in alcuni casi avrebbero esatto l'uso della forza. Ma non riusciva a giustificare la violenza gratuita o per scopi illegali, cosa a cui assisteva regolarmente ma a giochi ormai fatti da molti giorni consecutivi.
<<Amelia, termina la raccolta dati e l'accertamento dell'identificativo dalla nave in modalità silenziosa. Invia poi i dati al centro di..>> L'attenzione di Leander venne colpita dalla comparsa di quattro contatti sul radar, in coda, in avvicinamento rapido. Istintivamente selezionò uno di questi contatti, per capire di cosa o di chi potesse trattarsi.
<<Contatti multipli in avvicinamento: rilevati hardpoint estratti ed armati>>
<<Amelia, attivare FSD!>>
<<Frameshift Drive in caricamento. Nave sotto attacco, scudi al 92%>>
<<Maledizione sono già a distanza di tiro>>
<<Scudi all'80%>>
<<Devo guadagnare tempo per pemettere al Drive di caricarsi. Ci sparano già addosso ma i colpi non sono precisi. Non siamo ancora a portata dei missili; se sono gli stessi bastardi che hanno ridotto a colabrodo le navi che ho incontrato in questi giorni, li equipaggeranno sicuramente. E se ci centrano con uno di quelli, con gli scudi in questo stato, è finita.>> La mente di Leander lavorava velocemente.
<<Allarme. Scudi al 55%>>
<<Amelia, convergi tutta l'energia ai motori, tentiamo il tutto per tutto>>
<<Eseguito comandante. Scudi al 21%>>
Come per tutte le situazioni di pericolo durante una battaglia spaziale, c'erano pochi secondi per scegliere. Pochi secondi per analizzare freddamente la situazione, pochi secondi per decidere come comportarsi. La decisione poteva essere sbagliata e, senza dubbio, portare alla morte. Ma non prendere una decisione rapprensentava morte certa.
<<Vediamo se tutta la letteratura militare a cui mi sono dedicato durante le notti insonni è servita a qualcosa.>> pensò.
Leander spinse il motore del suo Cobra a tutta manetta ma sapeva che era solo questione di poco prima che gli inseguitori, dotati di navi più veloci e meglio armate, lo raggiungessero e lo sopraffacessero. Teneva costantemente d'occhio il radar e la distanza che separava la sua nave dalla prima che lo inseguiva. Concesse quanto più tempo poteva al caricamento del suo Drive.
<<Scudi al 5%>> lo avvisò Amelia.
<<Ci siamo, questa è la distanza massima di tiro per i missili>>
All'improvviso Leander portò a zero la velocità di crociera, cabrò, effettuando un mezzo looping seguito da mezzo tonneau. Non appena si trovò nuovamente in linea, attivò i thrusters e riportò il motore a tutta manetta.
La virata di Immelmann, eseguita in questo modo, l'aveva portato quasi istantaneamente a incrociare, fronteggiandoli, i suoi inseguitori.
<<Scudi disattivati>>
Il rumore dei colpi di cannone che squarciavano gli strati superficiali dello scafo da entrambi i lati del Cobra fece rabbrividire Leander. Sapeva però che in questo modo aveva evitato il peggio: portandosi nel minor tempo possibile vicino alle quattro navi aveva evitato di rimanere a distanza di tiro dei missili che avrebbero potuto causare danni più ingenti.
Ora era troppo vicino ai mezzi dei pirati e questi non avevano abbastanza metri di distanza per sganciare le testate e dar loro il tempo per armarsi.
Dark Lady passò a tutta velocità attraverso allo squadrone della morte, sotto la pioggia di fuoco degli inseguitori.
<<Scafo compromesso. Frameshift Drive pronto: 4..3..2..1..Attivato.>>

Dark Lady effettuò il salto e, malgrado i danni, riuscì a raggiungere lo spazioporto di Millerport nel sistema Quince.
Una volta attraccato, Leander scese dalla nave. Tirò un sospiro di sollievo e, prima di andare a fare rapporto al Centro Sicurezza della stazione, promise a se stesso che per il prossimo incontro non sarebbe stato impreparato.
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Messaggioda Leander Arivoth » venerdì 1 settembre 2017, 15:26

30 Agosto 3303, notte.
Sistema Quince - Millerport - Asteroid Ugly di Mary "Mamma Oca" Sahnti
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<<Forza ragazzo, manda giù quella benzina.. così posso versarti un altro bicchiere>> disse Mary strizzando l'occhio.
La cinquantaseienne Mary, anche nota come "Mamma Oca" proprietaria e prima cameriera dell'Asteroid Ugly, era in piedi di fronte a Leander con una bottiglia di whisky in mano.
Era ancora piacente malgrado la sua età ma l'atteggiamento protettivo che dimostrava verso i suoi clienti, soprattutto quelli di vecchia data e di sesso maschile, le era valso il soprannome.
Leander si risvegliò dai suoi pensieri e butto giù il drink tutto d'un fiato. Poi le porse il bicchiere vuoto con aria un po' assente.
<<Brutta giornata?>> chiese Mary mentre riempiva il bicchiere fino a metà.
<<Un po' Mary. Degli stronzi mi hanno sforacchiato la Lady>> rispose abbacchiato.
Lei lo fissò per un attimo.
<<Ma sei qui per raccontarlo, no?>> ghignò. <<Vuoi che ti mandi un paio delle mie figliole in camera più tardi in modo da tirarti su il morale?>>
Le "figliole" a cui si riferiva Mary non erano altro che delle avvenenti cameriere il cui compito principale non era certamente quello di servire ai tavoli, quanto "intrattenere" i clienti dell'Ugly dietro lauto compenso. Le figliole erano un altro motivo per cui tutti l'appellavano Mamma Oca. Lei le chiamava figliole ma in realtà poco le importava di loro.
<<L'offerta è molto generosa da parte tua Mary, ma mi trovo costretto a declinare gentilmente>> rispose Leander accennando un sorriso.
Lei fece spallucce: <<Come preferisci>>
Mary fece per riprendere il giro ai tavoli ma dopo pochi passi si fermò, si voltò e aggiunse con i suoi soliti modi "affabili": <<Credi a me Leander, quella nave ti adora, altrimenti non ti proteggerebbe con tanto fervore. Cos'è, la quinta volta che ti salva il culo? Ti farebbe perfino un pompino se potesse e ti ringrazierebbe pergiunta. Da vera Lady!>>
Leander rimase a fissare Mamma Oca con occhi sgranati mentre lei spariva tra i tavoli. Erano poche le persone che rimanevo in piedi dopo un uno-due di Mary: era sboccata, sì, ma sempre inappuntabile nelle sue riflessioni.
Leander provava grande affetto per il suo Cobra ed era convinto che fossero una coppia imbattibile; si prendevano cura l'uno dell'altra e per questo lui l'aveva affidata alle amorevoli cure del miglior meccanico dello spazioporto, John Zigertod.
"Six Fingers", era questo il suo soprannome per la velocità e le precisione con cui maneggiava una chiave inglese con una sola mano, era un omaccione nerboruto dalla barba nera incolta. Si diceva potesse riparare qualsiasi cosa nel più breve tempo possibile. Certo, le sue tariffe erano le più alte sulla piazza, anche di due o tre volte, ma il gioco valeva la candela. In un paio di giorni Dark Lady sarebbe tornata a volare.
Finì il suo whisky.
<<E' ora di andare a letto.>> pensò mentre si alzava dal divanetto dove era seduto.
Percorse alcuni passi nell'atrio del locale sentendo la familiare sensazione di appiccicaticcio sotto i piedi.
<<Su quale sostanza starò camminando e ogni quanto tempo faranno le pulizie?..>> pensò e volse istintivamente lo sguardo verso il basso.
La sua attenzione fu attratta da un pezzo di carta a terra poco lontano da lui.
Lo raccolse.
Il volantino era strappato e consumato dal tempo e dall'usura; buona parte era illeggibile ed era poco chiaramente visibile, sotto i resti della scritta che sembrava recitare "Unisciti a noi!", l'immagine di quella che sembrava una grossa marmotta o topo con una pistola in mano.
Pensò.
Aveva già visto quel simbolo da qualche parte.
Leander premette un pulsante sul suo Rolex CommClock (gli affari andavano bene in quel periodo) e contattò la sua IA personale.
<<Amelia, effettua una ricerca su GlobalNET di questa immagine>> disse passando il foglio vicino al suo comunicatore da polso per la scansione.
<<Ricevuto comandante>> rispose Amelia.
<<Bimba, segna sul mio conto. A domani>> disse mentre imboccava la porta di uscita.
Bimba era una delle figliole di Mary, nonchè la cameriera più avvenente dell'Asteroid Ugly: 24 anni, alta, capelli biondi raccolti in uno chignon, occhi neri come lo spazio profondo dove qualsiasi pilota si sarebbe perso senza remore.
<<Certo caro, buona notte!>> civettò lei di rimando.
<<I dati sono insufficienti per un riscontro puntuale ma ho trovato questo, un vecchio sito del World Wide Web della Terra. Corrispondenza del 54%>> gracchiò Amelia dal CommClock.
Sul display era visualizzato un link:

www.fuelrats.com

Leander uscì dal locale e il freddo pungente lo colpì con la stessa intensità di uno schiaffo di una donna tradita.
Si strinse nella sua giacca.
<<Vediamo di cosa si tratta>> disse ad alta voce e premette il link.

[CONTINUA..]
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Messaggioda Leander Arivoth » martedì 5 settembre 2017, 15:52

[..CONTINUA]

Il sito risentiva pesantemente del tempo passato e del progresso: niente visualizzazione tridimensionale, nessun ologramma pubblicitario <<E questo sarebbe sufficiente a renderlo la mia nuova homepage.>> sogghignò Leander. La grafica era orrenda e la risoluzione di visualizzazione obbrobriosa.. un misero 4096 x 2160!
Il sito terminò il download dei dati di contorno. Malgrado vecchio e non comportasse particolari oneri hardware in fase di caricamento, il desueto server su cui erano stipati queste perle retrò della Terra era, per l'appunto, un rottame; ogni link che rimandava lì era, per definizione, una tortura psicologica per chi era abituato a tempi di caricamento di un millisecondo circa.
<<Bando alle ciance>> pensò <<Vediamo con cosa ho a che fare>>.
Cominciò a leggere e apprese di come i Ratti del Carburante fossero una vecchia organizzazione terrestre di esploratori che, agli albori dei viaggi interplanetari, soccorrevano i piloti rimasti in panne nello spazio. Non avevano un'impronta militare nè avevano mire espansionistiche di alcun genere. Erano addirittura un'organizzazione no-profit poichè i piloti che aderivano all'iniziativa non pretendevano un premio per le loro eroiche azioni e rischiavano il collo in prima persona senza un tornaconto. Nel 3301 alcuni coraggiosi avevano deciso di riesumare l'associazione nel frattempo divenuta desueta mano a mano che il cosmo si faceva popolato e i viaggi interstellari più sicuri.
Il carburante però rimaneva la vera spada di Damocle: bastava un minuscolo errore di calcolo, una rotta tracciata con leggerezza, un dato errato sulla Mappa Stellare o ancora un piccolo imprevisto durante il viaggio e si rischiava di rimanere a morire soli nel freddo siderale, aspettando il black out del modulo di sopravvivenza e la conseguente morte per asfissia o ipotermia.

Rumore di passi. Leander si girò, non vide nessuno. Continuò a camminare nel buio rischiarato soltanto da alcuni lampioni che funzionavano ad intermittenza.
<<Non male davvero>> esclamò Leander mentre si sfregava le mani che ormai avevano perso la sensibilità per il freddo. <<Devo avvisare l'Ammiraglio @Frigna the Hutt e il Consiglio, potrebbe essere un'informazione importante per tutta la Da Vinci>>

Continuava ad avere la sensazione di essere seguito.

<<Come nei migliori film dell'orrore>> pensò. <<Dai Lean, chi vuoi che esca a quest'ora della notte e con questo freddo che farebbe rabbrividire perfino un pinguino al po..>> due fasci di energia a bassa intensità colpirono la parete esterna della casa che fiancheggiava la strada che stava percorrendo. Era stato fortunato a non trovarsi sulla loro traiettoria e Leander, d'istinto,si tuffò alla sua destra nascondendosi dietro alcuni bidoni della raccolta rifiuti. Sempre per istinto estrasse la sua Beretta 3392, modello simile a quello in voga negli anni 2000 ma progettato come arma a impulsi piuttosto che da fuoco.
Il freddo del metallo dei bidoni premeva contro il suo braccio destro e permeava attraverso il cappotto pesante. Il respiro si fece più affannoso e la condensa dalla sua bocca sarebbe stata chiaramente visibile, non fosse stato per le condizioni di scarsa visibilità dovute alla notte.
Chi poteva volerlo morto? Non poteva trattarsi di una rapina, il malintenzionato si sarebbe dovuto avvicinare di più per metterlo in una posizione di svantaggio e impedirgli una reazione.. o forse poteva trattarsi di un rapinatore alle prime armi? Forse poteva farcela a non farsi uccidere.. o forse era un tossico reso pazzo dall'astinenza forzata? Improbabile, avrebbe impegnato un'arma energetica alla velocità della luce pur di procurarsi un'altra dose. Colse distintamente il rumore di passi che correvano nella sua direzione. L'eco ambientale poteva trarlo in inganno ma gli sembrava di scorgere almeno tre persone che si muovevano.
E già.. e se fossero stati in più d'uno?
<<Esci allo scoperto stronzo!>> gridò uno degli inseguitori.
<<Sei già morto, non complicarci il lavoro!>> gli fece eco l'altro, prorompendo poi in una fragorosa risata.
Leander non potè fare a meno di notare un leggero accento venusiano. Lui sapeva come maneggiare un'arma, ma non era mai stato un tiratore scelto. In quelle condizioni, in due contro uno, la situazione non era chiaramente a suo vantaggio.
Scorse le sagome dei due inseguitori che avevano appena voltato l'angolo e procedevano a passo spedito verso di lui.Si sporse senza dare nell'occhio, strinse a sè la Beretta e si preparò a vendere cara la pelle. Ancora un altro paio di passi e avrebbe provato a..
Sentì un pesante clangore alla sua sinistra. Due fori, spessi, ora agghindavano il cassonetto dietro cui si riparava.
Gli inseguitori non erano in due, ma in tre! Ve ne era un altro alle sue spalle, armato probabilmente di un fucile di precisione da fuoco.
<<Cazzo, questi erano davvero vicini>> pensò Leander <<Qui ci lascio le penne>>
L'oscurità che considerava il suo peggior handicap gli aveva invece probabilmente salvato la vita.
Si affacciò dalla sua copertura e sparò un paio di colpi senza prendere la mira. Uno dei due inseguitori si era attardato a trovare riparo e fu colpito al braccio da uno dei due raggi emessi dalla pistola di Leander.
<<Adesso ti riduciamo ad un colabrodo stronzo!>> urlò l'altro e cominciò a sparare insistentemente nella direzione di Leander.
Lo stesso fece l'altro dalla parte opposta della strada.
<<Sono un topo in trappola>> pensò mentre curiosamente visualizzava l'immagine del ratto con la pistola carburante in mano dei Fuel Rats. La mente sa essere davvero spiritosa in situazione di forte stress.
<<E' solo questione di tempo prima che mi colpiscano>> riflettè.
Che bel modo di morire.. aveva sempre pensato che avrebbe tirato le cuoia a bordo di una delle sua navi, impegnato in qualche battaglia spaziale. E pensare che era a poco meno di un chilometro dallo spazioporto..
Gli venne un'idea.

Premette una combinazione di tasti sul suo comunicatore da polso, confermando il tutto con l'impronta del suo pollice.
Il fuoco nemico proseguiva senza tregua, il rumore dei proiettili e dei fasci energetici si mescolava con i lamenti del bastardo con un braccio fuori uso.
Il cuore di Leander accelerò. Rinfoderò la sua arma e strappò due pezzi di stoffa dalla sua camicia che appallottolò e si infilò come meglio poteva nelle orecchie.
Circa un minuto dopo la strada fu rischiarata da una luce fortissima, impossibile da sostenere con lo sguardo: la Paladin era ferma a mezz'aria con il faro centrale acceso. (NdA Paladin è il Viper Mk3 di Leander)
Gli spari si interuppero.
<<Amelia, attivare FSD>> gridò Leander nel comunicatore.
<<Negativo, allarme di prossimità. Scenario non conforme.>> rispose Amelia. Il terreno e i fabbricati erano troppo vicini all'astronave e un salto nell'iperspazio avrebbe decretato la distruzione di buona parte di quello che la circondava, oltre che rappresentare una buona probabilità di fallimento del salto stesso.
Leander si aspettava quella risposta da parte della sua IA.
<<Amelia, qui comandante Leander Arivoth, nel pieno di tutte le mie facoltà mentali. Rimuovi blocco di sicurezza e attiva FSD, questo è un ordine!>>
Passò un singolo istante prima della risposta, istante che a Leander sembrò un secolo.
<<Ricevuto comandante. FSD in caricamento.>>
L'area intorno alla nave fu pervasa dal classico sibilo aspirato ad altissima intensità che accompagna sempre il caricamento del Frame Shift Drive. Nello spazio o protetti dalla carena della propria nave è quasi impercettibile. Ma a quella distanza e senza schermature era praticamente impossibile resistere al rumore.
Leander lottò per resistere all'impulso di proteggersi le orecchie e cominciò a correre come un disperato verso la nave.
I suoi inseguitori invece, i cui occhi stavano cominciando ad abituarsi alla luce, colti di sorpresa lasciarono cadere le armi per portarsi le mani alle orecchie.
Non appena Leander fu in prossimità, la Paladin aprì automaticamente il tettuccio che sovrastava la cabina di pilotaggio, richiudendolo al suo ingresso.
Una volta dentro, Leander interruppe il caricamento del FSD manualmente.
Manovrò per spostarsi da lì il più velocemente possibile: gli scudi della nave erano disabilitati per consentire il suo ingresso a bordo e ci sarebbero volute alcune decine di secondi prima che fossero nuovamente operativi.
Alcuni colpi raggiunsero la Paladin mentre i thrusters verticali ruggivano a piena potenza e portavano il pilota DVC verso la salvezza.
Ce l'aveva fatta, aveva funzionato. Leander tirò un sospiro di sollievo mentre si toglieva i tappi improvvisati dalle orecchie indolenzite.
<<Devo capire chi mi vuole morto.>> disse <<E portare un'altra nave a riparare>>.
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » martedì 26 settembre 2017, 17:22

31 Agosto 3303, primo mattino.
Sistema Quince - Millerport - Officina di John "Six Fingers" Zigertod
---


<<E mi raccomando fammi un buon prezzo John, a malincuore sono un tuo cliente affezionato oramai..>> disse Leander fissandolo negli occhi.
Il meccanico annuì con fermezza: <<Non ti preoccupare Leander.. parte delle riparazioni sono coperte dalla tua corporazione, non ti verrà a costare molto. >>
I due si congedarono con una stretta di mano.

Era evidente, dai fatti avvenuti la notte precedente, che qualcuno a Quince lo voleva morto.
Avrebbe indugiato volentieri in quel sistema per indagare sull'accaduto e per cercare di stanare quelli a cui non era esattamente.. simpatico, ma il dovere lo chiamava oltre. Era il momento di andare ma sarebbe ritornato in seguito.

Il temporaneo addio a Quince avvenne alle ore 9:30 circa quando Leander a bordo della sua Fer-de-lance nuova di pacca, la DVC Tora, decollò da Millerport alla volta del sistema Iteliuona.
La Fer-de-lance era il modello pesante da guerra di punta della Zorgon Peterson; pensata per essere resistente e allo stesso tempo maneggevole in combattimento, il suo nome era in idioma francese e significava letteralmente "punta-di-lancia", oggetto da cui prendeva anche la caratteristica forma.
Leander aveva pensato bene di chiamare la sua nuova ammiraglia unendo "DVC" (acronimo di DaVinci, la corporazione a cui era affiliato) e "Tora", personaggio immaginario di un famoso manga giapponese in voga sulla Terra negli anni '90-2000 e che lui adorava. Nelle vicende descritte nel fumetto, Tora era un antico demone dalle sembianze di una tigre di forza leggendaria che era stato tenuto bloccato per anni e poteva essere combattuto ad armi pari solo da un altrettanto mitologico oggetto: una lancia nota come "Lancia della Bestia".
Leander sorrise pensando al dualismo della sua nave: un demone irrequieto tenuto a stento sotto controllo, una punta di lancia di nome Tora.
Un demone che di lì a breve avrebbe testato nei dintorni del sistema Iteliuona, rendez-vous indetto dai vertici della DaVinci per tutti i piloti che volevano contribuire alla causa di una delle corporazioni più influenti dei sistemi fino ad allora conosciuti.

Poco dopo il decollo ricevette un messaggio crittato che visualizzò sul terminale della Tora.
Dopo la decodifica operata da Amelia, lo lesse tutto d'un fiato: era il comandante @Vroxigar che gli dava il benvenuto nel suo squadrone, i temibili Pirates!
Battè forte il pugno contro il bracciolo della sua poltrona trattenendo a stento un grido di entusiasmo.

<<Rispondo senza esitazione alla chiamata. Dimostrerò a tutti di che pasta sono fatto..>> disse risoluto mentre spingeva i propulsori al massimo.
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » giovedì 28 settembre 2017, 12:46

27 Settembre 3303, ore 18:20.
Dintorni del sistema Iteliuona.
---


<<Punto.>> Leander riflettè ancora un attimo.
<<Amelia, visualizza l'intero contenuto della comunicazione.>>
Amelia, obbediente, eseguì la richiesta visualizzando olograficamente alla destra del suo comandante il messaggio fino a quel momento dettato:

##BEGINNING OF ENCRYPTED TRANSMISSION##
FROM: Guardiamarina A.S.E. CMDR @Leander Arivoth
TO: D.V.S.E.O.
SUBJECT: Contatto Thargoid con interazione anomala


Buongiorno,

come da programma ho stabilito nei giorni scorsi dei contatti con i Fuel Rats.

Nella giornata di oggi alcuni di loro riportano delle strane interazioni con navi Thargoid (RPOFF: dopo l'aggiornamento di ieri sera di ED. - RPON) che li hanno, nel bel mezzo di alcune missioni di soccorso, estratti dalla supercruise e scansionati.
I contatti non sembrano volti alla distruzione delle navi umane, quanto al loro studio. NON sono stati riportati attacchi.
Ho provato ad indagare discretamente con uno dei Rats, offrendogli una birra.
Si vocifera che il gruppo di intercettori alieni sia costituito nella maggior parte dei casi da 3 "carciofi".
Dopo l'intercettazione, alcuni piloti hanno tentato alcuni approcci NON ostili, sparando dei fuel limpet verso i vascelli nemici. Di questi limpets la maggior parte sono stati deviati dagli scudi delle navi aliene; sembra che uno di questi sia però riuscito a passare e agganciare la nave Thargoid ma non abbia sortito alcun effetto.
Sebbene siano da prendere "con le pinze" e da verificare sul campo, mi sembrava opportuno mettervi a conoscenza di queste informazioni; sono da sempre convinto (e la storia insegna) che le guerre si vincano soprattutto grazie ad esse.

Vi terrò aggiornato su ulteriori sviluppi.

A presto.


##END OF ENCRYPTED TRANSMISSION##

(NdA: per ulteriori dettagli vedere thread GDR viewtopic.php?f=43&p=22772#p22772)

Leander rilesse velocemente, il dito indice indugiava sul pulsante INVIO proiettato dalla strumentazione elettronica della DVC Tora.
Inspirò profondamente e lo sfiorò.
Amelia prontamente notificò ad alta voce: <<Messaggio inviato.>>

Era passato quasi un mese dai fatti di Quince e Leander aveva profuso molto impegno nei confronti della DaVinci, anteponendo spesso il bene della corporazione a obiettivi personali.
Aveva preso con molto impegno il suo ruolo e aveva deciso di dedicarsi attivamente alla causa dell'associazione.
Aveve dimostrato rapidamente di sapersela cavare come esploratore, in completa solitudine; si era creato una piccola fortuna che aveva in parte investito in navi più performanti e adatte a vari scopi, allestendo una piccola flotta personale. Aveva dato prova di sapersela cavare anche in vari scenari di guerra, guadagnondosi alcune onorificenze sul campo.
Di recente aveva partecipato ad un confronto armato con una corporazione rivale nel sistema di Iteliuona, mettendosi in luce sia per alcune azioni in solitaria sia in formazione con altri piloti della DaVinci, in particolare @Aioria e @Wedge Skyrider, quest'ultimo responsabile dell'area DaVinci volta all'esplorazione spaziale e lo studio scientifico, la gloriosa A.S.E. (Area Science & Exploration).
In breve, a distanza di un paio di mesi dall'ingresso in corporazione, si sentiva a casa e aveva trovato dei compagni di avventura folli come lui e con cui condivideva tanto le passioni come i boccali di birra trangugiati nelle peggiori cantine della galassia.
Proprio l'idea di aver trovato una seconda famiglia, che ormai da tempo gli mancava, lo avevo spinto a impegnarsi sempre più per la causa comune della DaVinci tanto da proporsi, recentemente, come governatore di uno dei sistemi che la corporazione aveva sotto il suo controllo. Aspettava una risposta dal Consiglio e aveva l'impressione, da giorni, che le sue mosse fossero osservate e soppesate attentamente. Lo capiva, la
corporazione non poteva permettersi leggerezze; era un momento delicato e la grandezza non si raggiunge prendendo decisioni avventate.
Soprattutto per le figure al comando. Dopotutto non poteva aspettarsi altrimenti, considerando che perfino tra le reclute che chiedevano di accedere ai ranghi dell'associazione veniva operata un'attenta opera di selezione e scrematura; le porte di Wolf 1230 venivano aperte solo ai piloti che si dimostravano più costanti e intraprendenti.
Ogni volta che il suo cervello indugiava su questi ragionamenti non poteva che sentirsi orgoglioso; e fare un parallelo con Sparta, una città-stato dell'antica Grecia sulla Terra, dove solo i neonati sani venivano lasciati in vita e solo i giovani più forti potevano far parte dell'invincibile esercito per cui Sparta veniva ricordata.

Erano passati pochi minuti dall'invio del messaggio urgente per la D.V.S.E.O., l'intelligence della Da Vinci, quando fu distolto dai suoi pensieri da Amelia:
<<Chiamata in ingresso dall'Ammiraglio in capo @Frigna the Hutt.>>
Leander sobbalzò sulla poltrona.
L'Ammiraglio?
<<Sarà per la comunicazione sui contatti Thargoid?>> si chiese.
Sapeva che le informazioni che aveva fornito e recuperato non con poche difficoltà erano di valore ma non si aspettava una chiamata diretta dal vertice della Da Vinci.

Dopo un primo momento di stupore, si ricompose, sistemò l'uniforme (aveva preteso il modello che richiamava il giubbotto dei vecchi piloti aviatori sulla Terra) e si schiarì la voce.
<<Prendi i comandi della nave e passami la chiamata in videoconferenza. Schermo principale.>> disse alla sua IA.

Amelia, obbediente, fece come le era stato ordinato.
L'immagine dell'Ammiraglio apparve sullo schermo olografico frontale.

<<Buongiorno Ammiraglio.>> disse Leander in tono risoluto portando la mano destra alla fronte in segno di rispetto militare.
<<Riposo, guardiamarina Arivoth.>>
Leander abbassò il braccio.
<<La contatto per l' e-dispatch urgente che ha inviato alla D.V.S.E.O. pochi minuti fa.>> rispose l'Ammiraglio, scevro da ogni moina e andando dritto al punto.
Continuò: <<Le informazioni che ha fornito sono preziose e la esorto a proseguire in questo suo modus operandi. Il direttivo Da Vinci potrebbe aver bisogno di parlarle di persona nelle prossime ore, si renda reperibile al nostro centro operativo su Krylov Hub nel sistema Iteliuona.>>
<<Agli ordini Ammiraglio, faccio subito rotta verso lo spazioporto.>> rispose Leander attento.
<<Bene. A presto.>> tagliò corto Frigna the Hutt. <<Ah, guardiamarina>> continuò <<ho inoltrato il suo messaggio a chi di dovere. Le invio i dettagli di un altro sistema di comunicazione che meglio si adatta al caso, faccia riferimento a quello per le prossime comunicazioni sul tema. Chiudo.>>

La proiezione dello schermo scomparve e Leander si rilassò istintivamente sulla poltrona.
<<Amelia, imposta destinazione Krylov Hub.>>
Dopo pochi secondi la sua IA personale gli confermò la rotta stabilita.

<<Comandante è pervenuto un messaggio dall'Ammiraglio in capo. E' un link al vecchio sistema di rete globale terrestre.>>
Sullo schermo principale lampeggiava questa scritta:

http://www.davincicorp.it/forum/index.php


<<Accedi pure, Amelia.>> disse Leander.

Il link redirigeva su una vecchia piattaforma web nota come forum, in voga negli anni tra la metà del 1900 e il 2200 sulla Terra; si trattava di una sorta di bacheca virtuale dove, previa registrazione, gli utenti potevano scambiarsi messaggi di ogni genere.
Leander aggrottò la fronte. <<Perchè scegliere un modo simile per comunicare quando abbiamo a disposizione ...>>
Poi gli si accese la fatidica lampadina in testa: <<Geniale!>> esclamò Leander. <<In questo modo non corriamo il rischio che le comunicazioni vengano intercettate. Il vecchio web è in disuso e riempito da ogni tipo di spazzatura. Gli accessi non sono monitorati ormai da decenni e senza sapere con precisione dove guardare è come cercare un ago in un pagliaio. Praticamente è più sicuro questo forum che le nostre comunicazioni interne criptate.>>

<<Registrami e salva il link, Amelia. Imposta questo come default per le prossime comunicazioni alla D.V.S.E.O. Poi metti Vivaldi come sottofondo, mi aspettano alcune ore di buona lettura.>>

[CONTINUA..] ->
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[DIARIO DI BORDO] - CMDR Leander Arivoth

Messaggioda Leander Arivoth » venerdì 29 settembre 2017, 16:18

-> [CONTINUA]

27 Settembre 3303, ore 22:15.
Sistema Iteliuona - Krylov Hub - Base operativa Da Vinci Corp.
---


Leander buttò il datapad su un lato del letto e si distese.
Si massaggiò gli occhi.
Aveva un intenso mal di testa, retaggio di tutte quelle ore di continua lettura.
I suoi alloggi temporanei non avevano niente di speciale ma gli permettevano di godere di un po' di privacy. Un lusso che non tutti potevano permettersi alla base operativa Da Vinci di Krylov Hub.
Reclute ed aspiranti, ad esempio, condividevano grandi camerate e dormivano in branda. Agli ufficiali invece era riservato un alloggio personale dotato di un letto singolo, un tavolino, un terminale e un bagno privato. Con l'avanzare di grado, ovviamente, le comodità a disposizione
aumentavano: si parlava di frigobar, docce con olo-cromoterapia, terminali con realtà virtuale e robo-maggiordomi.
Leander aveva accumulato in quei mesi una fortuna abbastanza grande da permettergli di entrare nell'esclusivo Club Miliardari della Corporazione e avrebbe avuto diritto a tutt'altro trattamento. Ma quella sera non si sentiva in vena di convenevoli e il nervosismo per l'attesa di esser chiamato dal Consiglio, cosa che poteva capitare ormai da un momento all'altro, a relazionare sulle informazioni fornite qualche ora prima gli avrebbe impedito di godere appieno del lusso e delle comodità che gli sarebbero stati riservati nel settore "$CM$" del complesso.

Il cicalino della stanza suonò all'improvviso e la spia intermittente che annunciava un messaggio in arrivo cominciò a lampeggiare.
Amelia, sempre premurosa, lo avvisò con grande tempismo:
<<Messaggio urgente dall'Ammiraglio @Asamith. Comandante, lo visualizzo sul terminale della sua stanza?>>
<<No Amelia, sul datapad. Grazie.>>
<<Eseguo.>>
Le poche righe scritte dall'Ammiraglio comparvero sul tablet personale di Leander:

## ENCRYPTED TRASMISSION ##
To: @Leander Arivoth
From: @Asamith


CMDRLeander Arivoth, le è dato ordine immediato di sospendere ogni attività di ricerca autonoma sui fenomeni alieni.
Se è così ansioso di farsi ammazzare, mi raggiunga alle coordinate indicate e si renda utile; avrà modo di proseguire le sue osservazioni.
Attenderò 5 ore il suo arrivo, dopodichè riterrò rifiutata la proposta e se continuerà le sue ricerche da solo, provvederò a farla processare per tradimento, sempre che i Thargoid non si occupino di lei prima.

Ammiraglio Asamith


##EOT##

Leander non potè trattenere un pensiero: <<Giorni di solitudine completa nello spazio e poi due Ammiragli in poche ore..>>
Sorrise.

Controllò sulla mappaga galattica le coordinate fornite da @Asamith e inarcò il sopracciglio destro.
Cinque ore.
Aveva solo cinque fottutissime ore per presentarsi al rendez-vous.

---

Con la massima urgenza Leander fece approntare il suo vecchio Cobra Mk3, Dark Lady, che dopo pochi minuti lo aspettava all'hangar 18 pronto per la partenza.
La sua Fer-de-lance non era preparata a dovere per i viaggi interstellari: certo, era armata fino ai denti e corazzata abbastanza da sostenere una guerra, ma non aveva l'autonomia nè godeva della velocità sufficiente per raggiungere il punto d'incontro nelle tempistiche prefissate.
All'ingresso in cabina Leander notò che le coordinate pervenute da @Asamith erano già state inserite come destinazione nel Route Planner.
<<Amelia, avvia la routine per il decollo.>> ordinò alla sua IA.
<<Eseguo.>> rispose Amelia.
<<Hai fatto bene ad impostare quelle coordinate per la destinazione. Grazie.>>
<<Di niente comandante.>> dopo pochi secondi: <<Check pre-decollo ultimati. Luce verde.>>
<<Perfetto, partiamo.>>

I thrusters verticali e i propulsori principali della Lady si accesero col tempismo perfetto che solo i controlli elettronici potevano fornire.
In pochi secondi la nave abbandonò la stazione, sfiorando come un'ombra torri di controllo e navi ormeggiate, pocedendo solitaria nel freddo buio dello spazio, in completo silenzio.
Appena fuori dallo spazioporto e abbastanza lontano da non creare incidenti diplomatici (ci mancava solo che venisse fermato dalle autorità per guida spericolata nei dintorni della struttura orbitale!) Leander spinse i motori al massimo.
I tempi erano molto ristretti e non voleva sfigurare nei confronti dell'Ammiraglio.
Gli venne in mente all'improvviso che nel trambusto dei preparativi e della partenza, non aveva dato conferma ad @Asamith.
E anche che non aveva cenato, ma questo non era importante.
<<Amelia, apri una comunicazione criptata con l'Ammiraglio @Asamith.>>
<<Inoltro la chiamata, comandante.>>
Dopo pochi secondi la faccia dell'alto ufficiale della DaVinci apparve sullo schermo laterale alla sinistra della postazione di guida della Lady.
<<Buonasera Ammiraglio, spero di non disturbarla.>>
<<Buonasera, Leander.>> seguì un attimo di pausa in cui @Asamith sembrava scrutare lo schermo dove era apparsa la sagoma di Leander all'instaurarsi della connessione criptata. <<Mi sembra di capire che non avevi impegni per stasera e hai accettato l'invito al ballo che ti ho inviato.>>
<<Ovviamente signore, sempre a disposizione per andare a raccogliere carciofi!>> rispose il guardiamarina.
<<Bene. Abbiamo ricevuto il nulla osta del direttivo per fare un paio di test coi nostri amici Thargoid, io e il comandante @Vroxigar siamo già in zona.>>
Lo sguardo di Leander si velò. Sapeva di non essere attrezzato per l'occorenza e non aveva esperienza con gli alieni. Per di più gli altri lo stavano aspettando e non si sentiva in condizioni adeguate alla spedizione. Si sentiva un peso. Fece per parlare ma @Asamith, che probabilmente aveva intuìto il suo pensiero, lo precedette: <<Non ti angustiare guardiamarina, arriva al rendez-vous il prima possibile. Conduciamo questi test a seguito della tua comunicazione di oggi. Ci sembrava giusto offrirti la possibilità di esserci almeno per i fuochi d'artificio. A dopo.>>
<<Grazie, signore.>> rispose Leander.
La comunicazione si chiuse da ambo i lati.

Il viaggio che doveva ancora affrontare era costituito da circa una dozzina di salti iperluce.
Dopo circa tre ore dalla partenza, Leander venne contattato da Vroxigar. La comunicazione era lievemente disturbata.
<<Salve Leander, come procede la crociera?>> chiese il comandante A.S.E.
Leander rimase interdetto per un attimo.
La sonora risata che seguì, riprodotta dal comunicatore, gli fece capire che era oggetto di scherno per via della sua lentezza nel raggiungere il punto di rendez-vous.
Questa volta sorrise anche lui.
Aveva già avuto a che fare col comandante @Vroxigar e gli era sembrato subito una persona giusta e cordiale.
Era anche per quello che alcune settimane prima aveva avanzato la richiesta, poi accettata, di entrare nei suoi Pirates.
@Vroxigar continuò: <<Scherzo, scherzo, lo so che non ti è stato dato preavviso per questa missione e non hai avuto tempo per prepararti. Io e @Asamith siamo in mezzo ad una tempesta elettromagnetica e non riusciamo a visualizzare la tua posizione sui sistemi. Forniscimi il tuo ETA in modo da coordinare i movimenti.>>
<<Mi manca poco comandante, ma come ben sai la Lady è una vecchia signora e va trattata con riguardo.>> scherzò il guardiamarina.
I due, insieme ad @Asamith che nel frattempo si era unito alla conversazione, si misero a ridere.
Leander fornì la sua posizione.
I tre continuarono a parlare per i successivi minuti; Leander non potè fare a meno di stupirsi di come delle personalità di quel calibro sapessero anche essere piacevoli e di compagnia.
<<Caposquadriglia, quali sono le regole di ingaggio?>> chiese ad un certo punto Leander.
<<Siamo qui per un test militare.>> fu la risposta <<Ho attivato il mio radiofaro, raggiungici.>>

<<Contatto!>> esclamò @Vroxigar.
L'atmosfera cambiò improvvisamente, l'aria si raggelò.

Gli alieni erano stati rintracciati dal competente pilota A.S.E. che aveva assolto proprio compito con precisione.
Leander si sintonizzò sul segnale del beacon messo a disposizione da Asamith e la Dark Lady, come da procedura automatica, uscì dalla velocità iperluce per posizionarsi al fianco dei suoi compagni. Arrestò i motori, mettendosi in formazione mentre manteneva un nervoso silenzio.
<<Amelia, passa a DEFCON 1. Gruppi di fuoco pronti ma non dispiegati.>>
Ora era il turno di @Asamith, membro anziano della A.C.I. (Area Combat & Incursion) che aveva il compito di guidare l'attacco verso la nave avversaria.
Il tandem degli alti ufficiali DaVinci aveva ancora una volta funzionato alla perfezione: era come assistere al lavoro di un segugio e del cacciatore, entrambi ingranaggi indispensabili di un letale meccanismo di morte. Il primo stanava la preda senza darle tregua mentre il secondo la abbatteva con precisione.
Leander non poteva far altro che assistere ed imparare, dando il suo contributo al meglio delle proprie possibilità.
Concentrò lo sguardo davanti a lui e vide, a circa 4 km dalla loro posizione, una piccola nube di detriti. Lentamente la nube di diradò e ne emerse una nave aliena. Quella che sembrava la parte anteriore della nave si girò a fronteggiare i piloti DaVinci.
Era impossibile pensare che non avessero notato il loro avvicinamento. La differenza di tecnologia che intercorreva tra le forze umane e quelle aliene era abissale.
Leander sentì un tremito attraversare ogni fibra del suo corpo.

Chiunque abbia la minima conoscenza di una guerra vera sa che le cose non si svolgono mai con le modalità e le tempistiche descritte nei film o nella letteratura.
La battaglia raramente dura per ore, non ci sono interi minuti per prendere delle decisioni e il nemico non ha remore nello spararti addosso.
Quella occasione non fece differenza: @Asamith diede l'ordine e tutte e tre le navi simultaneamente dispiegarono gli armamenti.
Come da accordi attaccarono da tre angolazioni differenti, attuando una classica manovra a tenaglia complessa come più volte riprovato in Accademia: facendo provenire l'attacco da tre angolazioni diverse a 120° l'una dall'altra e con vettori originati da differenti direzioni, si rendeva praticamente impossibile al bersaglio fronteggiare tutte le minacce contemporaneamente e si massimizzavano la possibilità di andare a segno.
La xeno-nave non fece eccezione ed incassò missili e fasci laser provenienti da ogni direzione.

Ma non fece una grinza.

I suoi scudi erano forti e l'attacco congiunto si abbattè sulla nave aliena con effetti paragonabili ad un solletico sulla pelle di un alligatore.
In compenso la parte centrale della fregata Thargoid, in tutto e per tutto simile ad un carciofo, si illuminò di rosso.
In pochi secondi dalla nave si originarono una serie di piccoli velivoli, simili a droni, che come uno sciame di insetti si misero all'inseguimento delle navi umane.
I tre piloti eseguirono alla perfezione una serie di manovre evasive ma senza ottenere il risultato sperato: i droni erano troppo veloci ed agili e seminrali era impossibile.

Dopo un po' i droni aprirono il fuoco.

La maggior parte di essi era alle calcagne di @Asamith la cui nave stava subendo ingenti danni; Dark Lady era invece stata quasi del tutto ignorata.
<<Gli alieni hanno operato una perfetta analisi delle forze in campo.>> osservò Leander con disappunto.
Non si perse d'animo, azionò i boost ed andò a piazzarsi in coda all'Ammiraglio per proteggerlo da una parte degli attacchi.
<<Il suo scudo è quasi del tutto andato, ma il mio è ancora quasi interamente integro.>> pensò.
Leander contava di assorbire una parte dei danni derivanti da quesi mostriciattoli di metallo, il tempo necessario per permettere allo scudo di @Asamith di ricaricarsi e riavviarsi. La manovra era nota come "shield tanking" tra gli addetti ai lavori, ma di solito veniva esercitata con delle navi preparate allo scopo e comunque di stazza maggiore.
Sapeva di rischiare ma voleva dare il suo contributo a tutti i costi.

<<Integrità scafo compromessa.>> avvisò Amelia.

<<Come sarebbe scafo? Abbiamo gli scudi al 92%!>> Leander non capiva. <<Avvia diagnostica di base sugli scudi, riavvia sensori dello scafo.>>
<<Eseguito.>> fece eco l'IA. Dopo pochi secondi: <<Scafo al 60%>>.

La voce di @Vroxigar gracchiò dal comunicatore: <<Leander spostati da lì! Non puoi farci niente, le loro armi bypassano i nostri scudi!>>
La situazione non era sostenibile e @Asamith diede l'ordine di ritirata: <<Disimpegnarsi, le strumentazioni delle nostre navi hanno le misurazioni che ci servono. Rendez-vous al punto stabilito, chiudo.>>
I tre piloti attivarono gli FSD e pochi secondi dopo erano fuori da quell'incubo.

Poco dopo Leander attraccò alla stazione spaziale di Reed's Rest nel sistema ; @Asamith alla radio lo chiamava successo e la sua mente sapeva che l'Ammiraglio aveva ragione.
Ma il suo cuore, ancora irrequieto, non era d'accordo.
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Messaggioda Leander Arivoth » lunedì 2 ottobre 2017, 16:53

##BEGINNING OF ENCRYPTED TRANSMISSION##
FROM: Guardiamarina A.S.E. CMDR @Leander Arivoth
TO: Ammiraglio @Asamith
CC: Comandante A.S.E. @Vroxigar, D.V.S.E.O.
SUBJECT: Documentazione Thargoid


Salve Ammiraglio,

la sua richiesta di abbandonare le indagini in solitaria sulla minaccia aliena mi sono pervenute forti e chiare: non posso che rimettermi alla sua volontà.

La nostra comune esperienza pochi giorni fa nei dintorni del sistema Merope mi hanno tuttavia fatto riflettere.
I Thargoid sono una minaccia reale per l'umanità. Supponevamo, da sempre, di non essere soli nell'universo; alcune relazioni di piloti esploratori nel lontano 2849 ce ne hanno dato la certezza.
Mi sono documentato nel corso di queste settimane, convinto, da buon A.S.E., che la conoscenza del nemico è condizione necessaria per la vittoria.

Ho incontrato e parlato con piloti che li hanno visti coi loro occhi: alcuni di loro non sono più gli stessi e non saprei neanche se considerare le loro testimonianze attendibili.
Ho cercato su GalNET e sui vecchi sistemi di comunicazione terrestre tutto il materiale possibile.
Ci sono molte supposizioni e poche certezze.
Le invio tutto quello che sono riuscito a trovare insieme ad una breve relazione e delle foto, alcune delle quali scattate dai sistemi della mia nave nell'incontro ravvicinato fatto poco tempo fa. Le ho classificate come Top Secret e crittate con algoritmo SHA.ADV7-1024 per il massimo della riservatezza: le invierò la chiave in una comunicazione separata.

Sono sicuro che ne farà buon uso e che contribuiranno a preservare le vite di molti piloti coraggiosi.

Ancora una volta mi rimetto alla volontà del Consiglio: le chiedo tuttavia la possibilità di continuare a collaborare con la D.V.S.E.O. per lo studio e la caccia dei Thargoid; eviterò di ricercare qualsiasi contatto in solitaria e indagherò discretamente quando non in volo.

La ringrazio del tempo dedicatomi e attendo un suo riscontro.
La aggiornerò su eventuali sviluppi.

##END OF ENCRYPTED TRANSMISSION##

---
##SHA.ADV7-1024 ENCRYPTED FILE##
---

Le prime testimonianze sugli alieni risalgono al 2849.
Il nome Thargoid deriva da una presunta scritta "Tharg" visibile sullo scafo di una delle prime navi avvistate.
La cosiddetta "guerra" combattuta e vinta dall'umanità mediante una serie di armi biochimiche, era probabilmente solo una "battagliuccia" dalla prospettiva dei Thargoids. Sono divisi in più di un gruppo (al momento si conoscono gli orreszi e i klaxiani). Probabilmente la guerra è stata combattuta solo con uno di questi.
Abitano lo spazio da millenni. Sono una razza più antica della nostra e pertanto, malgrado le loro vere capacità tecnologiche risultino tuttora sconosciute, è universalmente riconosciuto che sono più avanzate dell'umanità. Molte delle nostre odierne apparecchiature derivano dal reverse-engineering di ritrovamenti alieni avvenuti anni fa.
Non sono stati condotti specifici studi e autopsie sui cadavaeri (mai ritrovati) ma sembra che dispongano di un sesso definito: gli avvistamenti sono stati solo di esemplari di sesso femminile.
Lo studio ufficiale di T. James "Out of the Darkness" dà la seguente breve (e sola conosciuta) descrizione dei Thargoids: "Le armi di basso calibro non danneggiano i Thargoids, nemmeno da vicino. Hanno sei "gambe" e due "braccia" e
sono abbastanza forti per smembrare un umano con solo i loro artigli". Hanno sembianze insettoidi e, se dovesse essere validata l'ipotesi secondo cui provengono da pianeti basati sull'ammoniaca, la loro fisiologia sarebbe completamente diversa dagli esseri umani. Ad esempio, l'ammoniaca bolle a -33,34 gradi centigradi perciò le temperature estremamente basse potrebbero essere favorevoli alla loro sopravvivenza.
Le navi Thargoid sembrano possedere una qualche tecnologia di salto istantaneo a lunga distanza che può permettere loro di muoversi rapidamente attraverso la galassia attraverso fenditure nello spazio o forse anche tra le galassie. Questa dimensione è nota come witchspace. Sono in grado di interdire le navi umane dal witchspace.
La loro presenza è stata segnalata soprattutto nel settore delle Pleiadi.

---
##EOF##
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Messaggioda Leander Arivoth » lunedì 2 ottobre 2017, 17:05

28 Settembre 3303, ore 01:46
Dintorni del sistema Maia, nave Nostra Signora dei Misteri - Quartier generale mobile D.V.S.E.O.
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<<Ah, Leander, aspetta un attimo.>> disse @Asamith in tono perentorio.
@Vroxigar intanto uscì dalla stanza, la porta si richiuse dietro di lui automaticamente e la bloccò con un interruttore posto sotto la sua scrivania.
Leander, che si stava alzando dalla comoda poltrona posta di fronte alla postazione di comando dell'ufficiale anziano, si risedette.
Si sentiva a disagio: @Asamith si era dimostrato una persona tutto sommato "alla mano" e l'aveva preso sotto la sua ala protettrice, o per lo meno questa era la sua impressione. Ma era pur sempre un suo superiore e gli era sembrato, in più di un'occasione, che non fosse un'idea intelligente tirare troppo la corda con lui.
L'ammiraglio lo scrutava tamburellando insistentemente le dita sul pianale della scrivania in radica, come se lo stesse valutando, soppesando.
Leander rimase in silenzio e sostenne lo sguardo.
Dopo circa tre minuti di disagio crescente, quando ormai stava per prendere la parola e rompere quel pesante silenzio, @Asamith smise improvvisamente di tamburellare e gli chiese:
<<Sai giocare a scacchi?>>
Leander inarcò il sopracciglio; a tutto poteva pensare in quel momento ma certo non ad una domanda del genere.
<<Sì signore>> rispose.
<<Sei bravo?>> lo incalzò l'ammiraglio mentre apriva il cassetto alla sua sinistra e tirava fuori una holoscacchiera.
<<Me la cavo.>>
<<Conosci le regole da torneo galamiano?>> (NdA: a Rosseland Vision nel sistema Galam si tiene annualmente uno dei tornei, quello meno conosciuto, del circuito intergalattico)
<<No>>
<<Allora te le spiego.>> disse e cominciò a recitare, a memoria, tutto il regolamento.
Al termine della spiegazione, avviò una nuova partita sulla scacchiera e fece scegliere a Leander che colore tenere.
Leander scelse i bianchi e cominciarono a giocare.
Dopo poche mosse l'ammiraglio continuò: <<E dimmi, come mai ti diverti tanto a rischiare la vita per nulla?>>
Lo stupore di Leander fu tale e genuino che la sua faccia assunse la classica "forma a punto interrogativo".
@Asamith proseguì: <<Dai, non dirmi che hai la prontezza mentale per piazzarti con la tua "scatoletta di tonno" tra me, per altro a bordo di una delle migliori navi da guerra esistenti e un Thargoid incazzato, ma non arrivi a capire di cosa sto parlando riferendomi a fatti avvenuti poche ore fa>>.
Leander colse la "velata" allusione, provò a controbattere: <<Ma signore l'ho solo vista in difficoltà e ho pensato che..>>
<<Hai già commesso tre errori.>> lo apostrofò l'alto ufficiale <<Punto primo, io non sono mai in difficoltà. Punto secondo, tengo ai miei piloti e non gli permetto di morire per nulla e soprattutto senza il mio permesso.>>
<<I miei piloti?>> pensò Leander. <<probabilmente intende della DaVinci..>>
<<Punto tre>> terminò @Asamith <<ti sei appena giocato la seconda torre.>> e diede con la mano destra il comando al suo cavallo per mangiare il pezzo bianco. La partita non volgeva decisamente a favore di Leander.
<<Mi è stato insegnato che le vite di tutti i piloti sono importanti.>> replicò con fermezza <<e, fino a prova contraria, anche lei è un pilota ammiraglio. Nel buio dello spazio siamo soli senza i nostri compagni di squadriglia. Nel buio dello spazio siamo tutti uguali. La vita e la morte fanno lo stesso rumore se non c'è nessuno a sostenerci e..>>
@Asamith sorrise e ripetè: <<Nel buio dello spazio siamo soli.. la vita e la morte..com'era? Questa la devo proprio dire a @Frigna the Hutt la prossima volta che lo vedo, morirà dalle risate.>>
Leander si fece serio di colpo: <<Rida pure signore, ma la verità è che lei avrebbe fatto lo stesso al mio posto.>>
@Asamith scoppiò in una fragorosa risata. Mangiò un pedone bianco con uno dei suoi alfieri e cambiò discorso. <<In compenso ho apprezzato il tuo resoconto e la tua documentazione. Tante belle foto.>> disse in tono divertito.
Fece una pausa, poi proseguì: <<Naturalmente in D.V.S.E.O. ne eravamo già a conoscenza.>>
La partita nel frattempo proseguiva. A Leander ormai restavano una manciata di pedoni, la regina e un cavallo. Ad @Asamith più di metà esercito.
<<Leander sarò franco con te. Il tuo atteggiamento è altamente autodistruttivo e prima o poi finirai per farti ammazzare. Potrei lasciarti al tuo destino..>> fece una pausa <<Ma come ti dicevo, tengo ai piloti. Continuerai ad indagare per i fatti tuoi se te lo vieterò e prima o poi troveremo i resti della tua nave in qualche settore delle Pleiadi. Per questo motivo inizierai con effetto immediato una stretta collaborazione con l'intelligence della corporazione. Ti renderò più difficile suicidarti e almeno, se morirari, lo farai per la giusta causa. Riga dritto e, se ti riterremo utile, in un lontano futuro, potresti anche far parte della D.V.S.E.O.>>
Una spia sul comunicatore posto sulla scrivania dell'Ammiraglio si accese.
<<Verrai contattato da chi di dovere. Ora ho da fare, sei congedato. Ah Leander, un suggerimento: non giocare mai a poker, sei un pessimo bugiardo.>>
Leander mosse il cavallo sulla scacchiera che visualizzò il seguente messaggio:

Checkmate. White wins!

@Asamith scosse la testa, come per schiarirsi le idee da una brutta sbronza. Nella foga della discussione aveva perso il contatto con la partita, che ormai reputava segnata da tempo.
Analizzò la situazione. Poi guardò Leander ed esclamò incredulo: <<Ma questa è una perfetta manovra Kessidan ?!>>
Leander si alzò in piedi, fece il saluto militare. <<Affermativo signore. Era mio nonno. Ho imparato da lui a giocare.>> fece una pausa <<Sarei onorato di entrare a far parte della D.V.S.E.O. Con permesso.>>

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Poco dopo @Asamith rispose al comunicatore: <<Sì, @Frigna the Hutt, forse ci avevo visto giusto. E' un po' irruento ma ha cuore e l'istinto gli funziona ancora bene. Ricorda un po' me agli albori della DaVinci. No, eravamo già a conoscenza di tutto il materiale che ci ha inoltrato, ma ci sono voluti anni per raccogliere alcune delle informazioni a cui lui ha avuto accesso in pochi mesi. Sì, l'ho coinvolto nel "giro" con effetto immediato, sembra avere la stoffa e le giuste doti di autolesionismo che servono. Ti farò sapere, in D.V.S.E.O. potremmo avere bisogno di nuove leve; se sopravvive abbastanza a lungo, s'intende.>>
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