[Diario di bordo] CMDR Gian

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[Diario di bordo] CMDR Gian

Messaggioda gian » martedì 26 gennaio 2016, 22:25

26 Gennaio 3302
Ho un problema, diversi in realtà, ma una cosa per volta.

Innanzitutto, non è che non mi piaccia stare davanti al terminale, mettermi a riordinare le idee, lasciare che il diario di bordo mi faccia riscoprire che il tempo volato in un attimo è stato di giorni, non minuti, e che sono tante le battaglie e i viaggi che ti dimentichi semplicemente perchè sono andati bene, in buona compagnia. Non mi metto a farlo spesso, perchè son pigro. Ora scrivo e leggo, e trovo nei diari di un compagno

FBO80 ha scritto:Le CZ hanno anche un risvolto sociale che non ti aspetti, sono stato in formazione con piloti che non ho mai visto all'Atomic, piloti come GreenHeart80, @gian, TATO84 e soprattutto SmokeWeez, curioso conoscerli sotto i lampi dei laser e le esplosioni dei cannoni invece che davanti ad una birra gelata.


Allora questa pagina la dedico ad una precisazione. Io sono sempre stato lì, all'Atomic.

E' iniziato tutto tanti mesi fa. Un periodo concitato, da matti. Non era tanto che mi ero unito alla DVC, ma quello stato delle cose era pazzesco. Mille ordini, un sacco di impegno, tutti a difendere i 113097 anni luce cubi (ma sarà un'unità di misura diffusa?) che chiamiamo casa da questo o quell'altro, tra guerriglie, battaglie, missioni qua e là.
Una giorno torno stanco, passo all'Atomic, mi dico: "niente storie, questa sera si beve e basta, niente meriti". Quando sono in viaggio mi piace parlare, ma all'Atomic spesso mi metto solo, a scrollarmi di dosso la stanchezza. Un drink tira l'altro e alla fine son finito a terra come un brocco.

La verità è incredibile: sono sempre stato lì. Dio, l'Atomic è un posto meraviglioso, ma è buio, e si pulisce da solo (la De Longhi con quel brevetto ci ha fatto una fortuna, da elettrodomestici a intere stazioni spaziali). Ed io lì, sul pavimento. Mesi ad aperitivi e acqua gasata, a riprendermi, e nessuno m'ha notato. Ma ora esco. Salgo a bordo della nave che avevo lasciato parcheggiato, un taxi hauler usa e getta. E' povero ma accogliente, e coi bocchettoni della ventilazione addosso, nel tepore, leggo le notizie, guardo i bollettini di guerra e quelli diplomatici, i diari degli altri. Forse è ora di tornare. Qualcuno mi ha visto, mi ha salutato, e io ricambio, è sempre bello. La prossima volta che non mi sentite per un po', dovesse capitare, provate a guardare bene all'Atomik, non si sa mai che io abbia bisogno che qualcuno mi dia una bella scrollata.
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[Diario di bordo] CMDR Gian

Messaggioda gian » sabato 8 luglio 2017, 0:14

3303-07-07
La crociera più pazza del mondo



Ma figurati te se fare il pilota di navi da crociera è una roba così difficile. Faccio il cacciatore di taglie e il mercenario, io!
CMDR Gian, 3303-07-07


Si, un po' di tempo fa, quando Saud Kruger ha cominciato a vendere ai piloti il Beluga Liner, ammetto che ci sono cascato. Avevo tanto da parte, e un po' il vizio della collezione. Era tanto conveniente, e qualcuno diceva che si ripagava in un attimo, et voilà, la balena bianca stava a Ciferri.

C'è rimasto parcheggiato fino a ieri, quando forse dopo un bicchiere di troppo, finite le solite sparatorie, mi son sfuggite le parole di cui sopra. Via, facciamo vedere a questi ricconi che razza di pilota che sono, altro che cowboys, altro che barbari, guardate che io quando voglio di classe ne ho da vendere.

Ho la mia checklist, sta per nascere una nuova stella nel firmamento dei grandi capitani da crociera:

  1. Skill: fatto. Sono un drago. Dopo i primi quindici o sedici inutili splendidi alettoni abbandonati conficcati negli ingressi di vari porti DVC ora riesco ad atterrare e decollare indenne quasi nel 50% delle volte. Gli alettoni teneteli, omaggio della casa. Prima di tutto sono una vista maestosa, molto decorativi, e poi un giorno son certo che saranno monumenti alla mia leggenda.
  2. Location: raggiunto Lalande 46867. 6,553,625,583 abitanti, economia principale turismo. Il posto giusto per cominciare col piede giusto. 'Sti ricconi si sciolgono davanti al mio sorriso ed ineffabile charm. Un paio annuiscono nervosamente, come se mi assecondassero o temessero di contraddirmi, ma son certo che sono casi isolati, gli altri hanno completa fiducia in me una volta legati accomodati nelle loro lussuosissime cabine.
  3. Esclusività, innanzitutto. So che per un capitano e una nave eccezionale ci vogliono grandi passeggeri. Scelti tutti accuratamente. Meno uno, che m'è sfuggita la mano, ero distratto. Ma non è grave ne sono certo, mi ha solo detto (con malcelata ostentazione) che è tipo un criminale importantissimo, super ricercato, pericolosissimo, molto esigente.
  4. Rotta. Non si va a caso, c'è religione, metodo, scienza nell'arte della crociera. Infatti per me non è assolutamente un problema quanto mi terrò a bordo quella specie di Jack lo squartatore che avete appena conosciuto. Cascasse il mondo, non cercherò assolutamente di liberarmente prima possibile, andrò invece rigorosamente in ordine di distanza da percorrere, in un inspiegabile e apparentemente arbitraria scelta presa una frazione di secondo prima di partire.

Basta preparativi, partenza.

Prima tappa, Piscium Sector GH-V b2-0. Uno dei gruppi di passeggeri vuole essere depositato qui. Non ho dati cartografici, il computer di bordo si lamenta, ma so che la destinazione è Gerrold Beacon. Una insignificante scritta rossa mi dice "stai attento, guarda che hai Al Capone a bordo,
e le forze di sicurezza di qualsiasi fazione potrebbero non prenderla proprio sul ridere
". Questi computer senz'anima, li ignoro, sarà una passeggiata.

Nel senso letterale del termine. Ho sottovalutato il fatto che è un porto planetario. Chiedo permesso di atterrare, lo ottengo. La gravità è bassa, ma noiosa, il Beluga arranca tra tecnologici e sciccosissimi sfiati di plasma.
Non importa, la nave è praticamente stealth, se uno esclude che è oggettivamente un palazzo bianco (su sfondo nero) con una traccia di calore appena sotto il livello di una nana bruna. Tempo sei femtosecondi, parte la scansione di una pattuglia. Il cervello si spegne, resto come un ebete a fissare mille avvisi lampeggiare.
"Tutto a posto agente, niente da dichiarare."

Sorrido. Strizzo un occhio. Un rivolo di sudore scorre sulla mia tempia destra cadendo sulla tappezzeria immacolata.
La reazione è immediata, secondo me tra l'altro anche un po' eccessiva. Senza minimamente curarsi del senso di fraternità che dovrebbe unire la razza umana di questi difficili giorni:


"Guardi, non va bene, a parte che andava un po' veloce, ma lei ha il mostro di Dusseldorf a bordo, io le devo fare una multa di 12000 crediti."

"Andiamo, cosa dice, il signore son certo che non farebbe male ad una mosca. Guardi, le prometto, attracco, il tempo di far rifornimento e bere un caffè e riparto."

"La capisco, ma è il mio lavoro, non ci posso fare niente. Io la farei anche attraccare ma tanto il porto le ha proprio ora revocato l'accesso perchè anche lei ora è ricercato."

"Ma..."

"Ah, e senza offesa, non se la prenda, ma adesso io, il porto e tutti i miei colleghi cominciamo a spararle addosso, veda lei."



Cominciano i fuochi d'artificio, ma io non mi faccio mica mettere i piedi in testa. Dopo i primi due colpi di laser l'insignificante scudo del Beluga è andato, scappo boostando dai matusa, sopravvivo. Tempo di raccogliere i cocci, nello spazio profondo, spiego ai miei passeggeri il malinteso.

Adolf Hitler è stizzito, dice guardi, io sono un criminale ragionevole, ma un trattamento simile non lo tollero, mi lasci al prossimo porto. I signori che dovevano atterrare a Gerrold Beacon si rendono conto che non ci potranno tornare, e pur tenendo una rispettosa distanza di sicurezza si schierano dalla parte di Charles Manson. Un paio di altri gruppi fanno altrettanto, dicono che la crociera è molto bella, ma si son ricordati che hanno lasciato il plasma acceso, forse le paratie aperte, si son dimenticati di innaffiare il barnacle, poi questa storia della polizia che ti spara addosso, l'esser ricercati, forse è un po' troppo romantica.

Cerco di minacciarli convincerli, ma ormai si sono slegati siamo ad un punto di rottura, e io che sono un signore gli dico che non c'è problema, soddisfatti o rimborsati. Prossimo porto sia. Riesco a trovare un sistema in cui la notizia del mio exploit non è ancora arrivata, devo solo attraccare ad un porto, ed è fatta. E' facile: questa volta scelgo un bel porto nello spazio, e lo so, ho a bordo Jeffrey Dahmer, non posso far finta di niente. Sono lento, andrò di silent running e heat sink e chaff, sono un professionista, so come si fa.

A una rispettosa distanza mi allineo con l'ingresso, comincio ad avanzare. A 6 km dal porto, la sicurezza mi nota, comincia la scansione. Tutto previsto, partiamo. Spariamo dai radar, chaff per buona misura, sono praticamente all'ingresso. E' fatta.

Oppure no.

Nella mia consumata professionalità ho sottovalutato tre cose:
  • Prima legge della forza inarrestabile: quando hai una nave gigante e immanovrabile, una nave piccola a piacere cercherà di passarti davanti durante la manovra di attracco o uscita
  • Lemma della distrazione: per schivare una nave piccola a piacere, ti dimenticherai di avere una nave gigante e immanovrabile, e manderai a farsi benedire la manovra
  • Congettura del massimo ingombro: quando sbagli una manovra, l'errore che compi è proporzionale al costo della nave che stai pilotando e al rischio della manovra stessa

Risultato: un Cobra mi taglia la strada, cerco di schivarlo. Sono senza scudi, lo urto, quindi derivo nell'ingresso, e mi incaglio catastroficamente in quest'ultimo senza riuscire a muovermi in alcuna direzione. Sono un ottimista, mi dico che tanto è fatta, non può andare peggio di così. Suonano le comunicazioni, è il porto:

"Tutto bene buon'uomo? Guardi, abbiamo qui un signore con un Cobra che la denuncia per guida pericolosa, siamo obbligati ad applicarle una sanzione amministrativa, ma sono solo un centinaio di crediti. Piuttosto, volevo dirle, bella la nave, ma non ha mai chiesto il permesso di attraccare, e quindi se non si leva dall'ingresso in un minuto e quaranta secondi noi gliela liquefiamo."


Nemmeno rispondo, con la forza della disperazione mi disincastro lasciando la solita copiosa manciata di alettoni nell'ingresso. Mi allontano distrutto, a colpi di silent running, heat sink e chaff. A 12 km riprovo la manovra, questa volta per bene, mi riesce, l'incubo finisce. I passeggeri scendono, si chinano a terra, baciano il titanio su cui camminano. Norman Bates ha un'epifania, abbandona il crimine e si fa suora.

Sono solo sul ponte mi sento un fallito. Forse per portare le navi da crociera ci vuole davvero di più, forse non sono all'altezza.

Dietro di me sento una voce. Sono esterefatto, un passeggero è rimasto, è il CEO di una megaditta, mi dice guarda, ti capisco, non ti preoccupare. Dai, portami a fare un giro, vedrai, ce la fai. Si, ha ragione, ce la posso fare, posso fare tutto, la volontà è potere, mai demordere. Destinazione? Facilissimo, "Durius Defaults", dietro l'angolo.

A 280,000 Ls da Durius A. 15 minuti di supercruise. Forse era meglio fare il mercenario.
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